A volte le aziende non raggiungono i propri obiettivi perché i collaboratori faticano a relazionarsi fra loro, a riflettere insieme e a confrontarsi.
Nei momenti di pressione possono anche nascere antipatie e insofferenze.
Genere, anzianità, disabilità, cultura, orientamento sessuale possono generare esclusione, per ragioni che chiaramente esulano dalle competenze.
Apprendere una cultura del rispetto diventa quindi non un imperativo morale, ma un percorso di azione.
Capire le ragioni per cui nascono situazioni «irrispettose» che ostacolano la convivenza e il lavoro comune corrisponde a una scelta strategica. Si tratta di una scelta in grado non semplicemente di risanare il clima organizzativo, bensì di convertirlo in un risultato anche economico.
Con un linguaggio semplice e ricco di esempi, oltre alla presentazione di un caso aziendale di successo, gli autori Emanuele Serrelli e Maria Cristina Bombelli propongono un nuovo progetto di Diversity e Inclusion.
Una cultura del rispetto che è imperniata su ciò che accomuna gli individui – il desiderio di essere ascoltati, compresi e considerati in modo equo.